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Come GIV sta preparando il suo Pinot Grigio al cambiamento climatico
Il direttore enologico del Gruppo Italiano Vini (GIV) Christian Scrinzi racconta come l'azienda stia lavorando con i suoi coltivatori nella DOC Delle Venezie per assicurare un nuovo futuro al Pinot Grigio.
L'argomento più scottante degli ultimi anni nel mondo del vino italiano è stato il modo in cui i cambiamenti climatici hanno creato problemi ai produttori di tutto il Paese. Dalle catastrofiche alluvioni in Emilia-Romagna alle temperature roventi in Sicilia, l'Italia è stata in balia di condizioni meteorologiche sempre più estreme.
"Il cambiamento climatico è innegabile. Nel vigneto lo si può notare con l'aumento delle temperature medie e con le precipitazioni improvvise, spesso accompagnate da fenomeni estremi. A partire da una primavera siccitosa, dopo il germogliamento il clima ha virato verso piogge abbondanti che hanno causato problemi di peronospora e grandine", spiega Scrinzi.
"Fortunatamente", ha proseguito, "il Pinot Grigio Delle Venezie DOC beneficia di un'area di coltivazione estesa: si distribuisce su diverse zone, soffrendo così meno e garantendo un livello di produzione medio ottimale. Inoltre, in alcune zone le viti sono allevate a pergola, un sistema che permette una maggiore protezione dei grappoli dalle scottature e dalla violenza della grandine."
Infatti, il GIV e la DOC Delle Venezie stanno già implementando ulteriori soluzioni per garantire il futuro a lungo termine della produzione di Pinot Grigio: "È sempre più importante, e indispensabile, adottare una viticoltura evoluta. Nella zona delle Venezie DOC, per contrastare le avversità climatiche, è diventato fondamentale creare una rete di servizi tecnici, consulenze e agronomi presenti in vigna per supportare i produttori."
Altre misure introdotte sono l'irrigazione di emergenza e le reti antigrandine. Scrinzi osserva inoltre che il GIV si sforza di promuovere le relazioni con i coltivatori, in particolare quando si tratta di garantire la sostenibilità della produzione.
Ma che dire della spiccata freschezza che ha reso il Pinot Grigio delle Venezie DOC un tale successo tra i consumatori globali? Scrinzi suggerisce che la varietà ha un vantaggio intrinseco: "Il Pinot Grigio non è un accumulatore di zuccheri, quindi è più adatto di altre varietà al clima caldo".
Naturalmente, è necessario anche il lavoro in vigna e in cantina: "È fondamentale raccogliere il vino al suo grado di maturazione ottimale. Per GIV la freschezza è uno dei nostri obiettivi primari, che perseguiamo a partire dal vigneto, con la copertura fogliare, monitorando il momento della raccolta,
raccolta nelle ore più fresche della notte. In fase di vinificazione, selezioniamo i frutti più adatti e prestiamo grande attenzione al mantenimento di basse temperature durante la fermentazione alcolica e la maturazione."
Il risultato di questo duro lavoro è, nelle parole di Scrinzi, un vino "elegante, fine, con una minore gradazione alcolica e freschezza".
Fornendo la sua prima valutazione dell'annata 2023, Scrinzi afferma: "Il 2023 è un'annata atipica, un po' insolita, con siccità primaverile e piogge eccessive che hanno ostacolato la manutenzione dei vigneti. La grandine in alcune zone potrebbe aver creato maggiore attenzione".
Tuttavia, Scrinzi condivide: "Ci sono ottimi segnali di qualità, ma bisognerà fare attenzione a isolare le uve dalle parcelle che hanno particolarmente sofferto".
Dato che il Pinot grigio è il terzo vitigno più coltivato in Italia, il lavoro del GIV per garantire la redditività a lungo termine della sua produzione è fondamentale sia per soddisfare l'enorme domanda internazionale di questi vini, sia per il futuro del settore vinicolo italiano.
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