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I giovani britannici spendono di più in pub, bar e ristoranti

Un nuovo rapporto di Barclays ha rivelato che i giovani sotto i 25 anni nel Regno Unito spendono molto di più quando vanno a mangiare e a bere rispetto all'anno scorso.

Con l'inflazione che ha costretto a stringere i cordoni della borsa, il rapporto ha rilevato che più di un terzo dei consumatori britannici esce meno spesso per mangiare e bere rispetto al 2022. Uno studio separato e precedente di Gunner Cocktails ha rilevato che il 50% prevede di ridurre il consumo di alcolici per combattere la crisi del costo della vita.

Ma il comportamento dei membri più anziani della Generazione Z (quelli nati tra la metà e la fine degli anni Novanta) è in controtendenza.

I dati mostrano che gli adulti sotto i 25 anni spendono il 28% in più in pub e bar e il 26% in più per mangiare fuori casa rispetto al 2022 - entrambi gli aumenti sono ben superiori al livello dell'inflazione.

Una particolare storia di successo è stata la crescita della "socializzazione competitiva" - locali che offrono attività che vanno dalle freccette al biliardo al lancio dell'ascia. Secondo Barclays, circa un quarto degli adulti di età inferiore ai 45 anni vi partecipa regolarmente, mentre il 35% (compresa più della metà della categoria dei giovani sotto i 25 anni) ha espresso interesse per la socializzazione competitiva.

Nonostante le gravi sfide che l'industria dell'ospitalità sta affrontando, le cose sono positive anche dal punto di vista degli operatori.

Il 78% delle imprese del settore alberghiero e del tempo libero intervistate si è detto fiducioso per l'anno prossimo, prevedendo che alla fine del 2023 i ricavi annuali saranno del 33% superiori a quelli della fine del 2022.

Tuttavia, la nube scura all'orizzonte è che i costi aziendali sono aumentati di circa il 40%. Quasi un quarto (23%) degli operatori ha citato le bollette energetiche come la sfida più grande da affrontare. Secondo il rapporto, c'è stata una generale riluttanza a trasferire questo onere sui clienti, e solo il 53% circa di questi costi si è riflesso in aumenti dei prezzi per i consumatori.

Se da un lato i giovani spendono di più per mangiare e bere, dall'altro c'è una tendenza generale a bere di meno, un fenomeno che ha spinto la crescita della categoria "no- e low-alcohol" nel settore on-trade: una ricerca commissionata dal produttore di birra a basso contenuto di alcol Lucky Saint ha rilevato che un terzo dei viaggi nei pub è ora senza alcol.

Ma, al di là della birra e dei cocktail analcolici, quando si parla di vino, cosa vogliono i giovani?

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