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Michele Chiarlo muore a 88 anni
L'enologo Michele Chiarlo, una delle figure di spicco nella promozione globale del vino piemontese, è morto la scorsa settimana all'età di 88 anni.
Nato da viticoltori il 25 maggio 1935, Chiarlo ha frequentato la Scuola Enologica di Alba insieme ad allievi del calibro di Pietro Ratti e Franco Ziliani. Nel 1956, all'età di 23 anni, apre un'attività di imbottigliamento con la sorella, oltre a occuparsi dei vigneti di famiglia.
Nel 1988 acquista la frazione di Cerequio di La Morra e la ristruttura nel Palàs Cerequio, un resort a tema Barolo. L'anno successivo acquista due ettari di vigneto sulla collina di Cannubi, creando il primo vigneto terrazzato con copertura erbosa delle Langhe.
Negli anni Ottanta Chiarlo, da sempre sostenitore delle potenzialità del Barbera come vitigno, è stato presidente del Consorzio della Barbera d'Asti e Vini del Monferrato. È stato anche il primo presidente dell'Associazione dei Produttori del Nizza DOCG dopo la creazione della DOCG nel 2014, ruolo oggi ricoperto dal figlio Stefano.
Nel 1995, Chiarlo ha acquisito la Tenuta La Court di 20 ettari a Castelnuovo Calcea, collaborando con i suoi amici per fondare nel 2003 il Parco d'Arte La Court di Emanuele Luzzati e Ugo Nespolo.
Chiarlo, che ha trascorso gran parte della sua carriera a promuovere i vini piemontesi nei mercati del Nord Europa e del Nord America, ha continuato ad essere un pioniere anche in tarda età. L'anno scorso il Michele Chiarlo Barolo Cerequio 2018, prodotto dal figlio enologo Alberto, è diventato il primo cru di Barolo venduto a La Place de Bordeaux.
Chiarlo si è spento serenamente nella sua residenza di Calamandrana sabato scorso. Oltre ai figli Alberto e Stefano, lascia anche la figlia Giuseppina. La famiglia Chiarlo ha chiesto di non donare fiori, ma di fare una donazione benefica all'AIRC - Fondazione per la Ricerca sul Cancro.