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L'autorità di vigilanza italiana avvia un'indagine sul cartello delle bottiglie di vino

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un'indagine su un possibile cartello tra produttori di bottiglie di vino.

I rivenditori scozzesi minacciano di porre fine alle vendite online di fronte al DRS "impraticabile".

Secondo l'inchiesta, aziende tra cui l'Ente Berlino Packaging Italia, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro si sarebbero coordinate per definire gli aumenti dei prezzi delle bottiglie di vetro per il vino.

I funzionari dell'Autorità, con l'ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno effettuato ispezioni presso le sedi principali delle società coinvolte e presso altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all'indagine, tra cui Assovetro, l'Associazione Nazionale dell'Industria del Vetro.

In una dichiarazione dell'AGCM si legge che l'autorità ha ricevuto segnalazioni del possibile cartello, tra cui alcune ricevute attraverso la sua piattaforma di whistleblowing.

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato, grazie ad alcune di queste segnalazioni, ha quindi avviato l'istruttoria contro le aziende per questa presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita di bottiglie di vetro. Le denunce sono arrivate quest'anno da Filiera Italia, che tutela il Made in Italy, dal produttore di Prosecco Bottega e da un informatore anonimo.

Secondo il whisteblower, diversi produttori di bottiglie hanno scritto lettere di aumento dei prezzi nel marzo e nel settembre dello scorso anno, che contenevano un linguaggio simile e aumenti quasi identici.

Il comunicato affermava che le aziende si sarebbero coordinate "almeno a partire dal 2022" e che i clienti avevano aumentato il prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco di tempo in tutti i produttori.

Ha affermato che: "Questo coordinamento potrebbe essere il risultato di un accordo o di una pratica concordata per evitare il confronto competitivo tra i principali attori del settore".

Alcune delle aziende indagate fanno parte di alcuni dei maggiori produttori mondiali di imballaggi per alimenti e bevande. Veralli Italia, ad esempio, è la filiale locale dell'azienda francese, che è la terza più grande azienda di packaging F&B al mondo.

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